domenica 7 febbraio 2016

L'INCANTANEBBIA kabarett

L'INCANTANEBBIA Kabarett
testi Andrea Meloni




















Andrea Meloni                       
incanta la nebbia all’Alkestis                                                     

recensione di Cristina Delunas
pubblicata su Mediterranea online in data 3 dicembre 2015

Tutto esaurito al Teatro Alkestis di Cagliari per l’Incantanebbia andato in scena il 27 e 28 novembre.E’ l’ultimo lavoro teatrale di Andrea Meloni che con la regia di Sabrina Mascia ha concluso un progetto fatto di monologhi umoristici, canzoni e satira abilmente fuso con le musiche del Trio Lanzoni.
Un lavoro durato un anno, dedicato all’arguzia e all’umorismo declinate verso la satira politica e sociale. Il progetto, partito dallo studio di autori di satira comici americani si è sviluppato con spunti letterari di Freud, filosofici di Bergson e teatrali di Pirandello. Ha fatto parte del percorso di costruzione un seminario di scrittura creativa umoristica rivolto a 10 allievi che hanno portato in scena i loro testi. Nel progetto la recitazione si fonde con la musica che non è un sottofondo, ma parte integrante dello spettacolo.
Il 27 e 28 novembre in tre repliche il risultato del progetto ha visto il suo magico epilogo. Un’ora di Kabaret che richiama il genere satirico ispirato alla politica del secolo scorso, della repubblica di Weimar, quello visto come degenerazione artistica dal partito nazista. La scenografia è un palco fumoso con un contrabasso, una batteria e un pianoforte che suonano le musiche jazz di Alessandro Lanzoni, uno spettacolo nello spettacolo. Non ha deluso infatti il vincitore del “Top Jazz 2013” che ancora una volta si colloca fra i maggiori artisti jazz non solo in Italia.
Il sipario si apre in silenzio con una lunga pausa in una nebbia artificialmente prodotta che pian piano invade tutto il teatro. “Avete paura del silenzio?” Inizia così il lungo monologo di Andrea Meloni che nella nebbia della percezione del mondo moderno cerca risposte ai nostri comportamenti a volte paradossali. Cos’è l’amicizia oggi, un “mi piace “ su facebook un cinguettio di Twitter? Ed ecco che la paura di rimanere senza connessione è messa a nudo da un divertente dialogo al tablet. Si alternano per un’ora battute su un mondo troppo banale a riflessioni di attualità, sulla parità di genere, sulla politica. La satira politica di Andrea si ispira a fatti recenti, ma sul palco il recente diventa in fretta passato e già abbiamo dimenticato la crisi greca per ridere di Tsipras.
Le riflessioni su un suicidio trattate con dosata leggerezza e un pizzico di ironia portano alla messa a nudo dei caratteri della gente, degli atteggiamenti preconfezionati, dei modi di dire, nella nebbia della banalità che avvolge le vite frenetiche dei tempi moderni. Anche il Natale diventa satira sul nostro vivere la festa. La nebbia che Andrea incanta è fatta dalla moltitudine di persone uguali nel modo di essere, di vivere, di comunicare, di pensare di essere realmente incantate dal fumo artificiale del mondo d’oggi.
L’Incantanebbia, prodotto anche su CD, si sposta il 4 dicembre al Teatro Zelig di Milano per incantare un altro pubblico, un’altra nebbia.



mercoledì 18 marzo 2015

LE DIECI MASSIME


   CAGLIARI 20, 21 marzo 2015 - Teatro Alkestis
   ROMA dal 25 al 29 marzo 2015 - Casa delle Culture

http://www.casadelleculture.net/index.php?option=com_content&view=article&id=334:-le-dieci-massime&catid=48:teatro&Itemid=57

produzione Teatro Laboratorio Alkestis e compagnia d'arte Circo Calumet
di e con Sabrina Mascia e Andrea Meloni 
regia Massimo Zordan
audio luci Matteo Zanda
“Le dieci massime”, è la rappresentazione tragicomica dell’improbabile ascesa sociale di un comune disperato dei nostri tempi. Un uomo di mezza età, depresso e senza prospettive, decide di affrontare un apprendistato psico-attitudinale per dare una radicale svolta alla propria vita. L’uomo, sotto la guida e la supervisione di una camaleontica coach/trainer, accede ad un programma di analisi, apprendimento e modellamento comportamentale. L’obiettivo del programma è quello di creare in laboratorio un politico di nuova generazione, geneticamente modificato: "il rottamatore", l’uomo della ripresa, colui che restituirà fiducia al paese e lustro all’immagine della politica. Il progetto è ambizioso e, perché si possa raggiungere un risultato di successo, richiede metodo, tempo, forza di volontà e disciplina. Il percorso trasformativo che la coach-trainer sottopone al soggetto si fonda su 10 massime, prevalentemente estrapolate dal “Mein Kampf” di Adolf Hitler e dalle lettere private di Himmler. A partire da questi principi l’aspirante politico affronterà diverse prove atte a inibire i comportamenti limitanti, e a replicare e sviluppare in lui le attitudini e le convinzioni più efficaci e facilitanti. Lo spettacolo, giocato su dialoghi dell’assurdo, gags clownesche, ribaltamenti di piano, situazioni surreali e monologhi melodrammatici, racconta di un’epoca in caduta libera, di una crisi politica, sociale e culturale che sembra essere senza fine.

mercoledì 11 marzo 2015

TACCUINI DALL'IMMAGINARIO

Teatro Laboratorio Alkestis CRS 

e compagnia d’arte Circo Calumet presentano

TACCUINI DALL’IMMAGINARIO 

percorso formativo e sperimentale sulla scrittura umoristica a cura di Andrea Meloni.


L’attore e autore teatrale Andrea Meloni, dopo un lungo percorso di collaborazioni e contaminazioni artistiche, ritorna al genere umoristico, modalità espressiva che caratterizzò i primi dieci anni della sua carriera. 

TACCUINI DALL ‘IMMAGINARIO è un percorso formativo e sperimentale sulla scrittura umoristica, finalizzato alla creazione di racconti e monologhi brevi per il teatro.
Il percorso, articolato in tre seminari intensivi da 10 ore ciascuno, fa parte di un ampio progetto di ricerca e produzione teatrale che comprende una serie di attività atte a rivalutare e a divulgare l’umorismo come fattore protettivo della resilienza, ovvero la capacità, di una persona o di un gruppo, di svilupparsi positivamente, di continuare a progettare il proprio futuro a dispetto di accadimenti critici e traumatici. 


A partire dall’esperienza del teatro, nei TACCUINI DALL’IMMAGINARIO l’umorismo viene proposto come “il rifiuto creativo” ad accettare il modo in cui le cose ci vengono riferite, il modo in cui quotidianamente veniamo indirizzati, etichettati e strutturati. La partecipazione ai seminari non richiede competenze specifiche, se non un personale interesse verso la scrittura creativa. Il percorso, inoltre, si rivolge ad attori che vogliano acquisire conoscenze legate all’esperienza autorale in campo teatrale. Il programma didattico verrà prevalentemente affrontato sul piano sperimentale, attraverso esercizi di scrittura e di lettura, i cui fondamenti teorici s’ispirano ai seguenti saggi di riferimento: “L’umorismo” di Luigi Pirandello, “Lezioni americane” di Italo Calvino, “Il motto dello spirito” di Sigmund Freud, “Il riso” di Henri Bergson. Al termine del percorso, nel mese di maggio, i partecipanti presenteranno al pubblico gli elaborati creati nell’ambito dell’attività formativa.  

Di seguito il calendario degli appuntamenti:

PRIMO SEMINARIO: marzo

venerdì 13 dalle 18,30 alle 20,30

sabato 14 dalle 9,00 alle 13,00

domenica 15 dalle 9,00 alle 13,00 


SECONDO SEMINARIO: aprile

venerdì 17 dalle 18,30 alle 20,30

sabato 18 dalle 9,00 alle 13,00

domenica 19 dalle 9,00 alle 13,00 


TERZO SEMINARIO: maggio

venerdì 15 dalle 18,30 alle 20,30

sabato 16 dalle 9,00 alle 13,00

domenica 17 dalle 9,00 alle 13,00


PRESENTAZIONE PUBBLICA DEGLI ELABORATI

giovedì 28 maggio - ore 21,30

mercoledì 21 gennaio 2015

S'INSINUA FRAMMENTO - personale di Simone Dulcis (2015)






mercoledì 14 gennaio 2015

BORMIO: si è conclusa la settimana dedicata alla parola creativa



Recensione pubblicata il 17 dicembre 2014 sul giornale online "Intorno Tirano"

La scrittura e la lettura creativa sono state al centro di una settimana davvero speciale presso la biblioteca di Bormio grazie a La grammatica dell'immaginario; è questo il titolo del percorso formativo proposto dal 9 al 12 dicembre e curato da Andrea Meloni, autore e attore teatrale, direttore del teatro Alkestis di Cagliari, esperto e formatore di teatro sociale.
Quattro serate di incontri, dense di parole, scritte e lette, di emozioni e anche di divertimento. Meloni, grazie alla sua preparazione, capacità comunicativa e sensibilità è riuscito nell'intento di trasportare i 25 partecipanti al corso nel mondo della parola, ma anche del non detto, nella dimensione della possibilità.

Due gli appuntamenti esterni al corso, sempre legati al teatro, che hanno ulteriormente arricchito la settimana. Mercoledì 10 dicembre nella Sc'tua Granda di Palazzo De Simoni ha avuto luogo l'incontro La scienza furba e l'aiutante magico; rivolto a insegnanti ed educatori la conferenza aveva come tema il teatro educativo nei processi formativi del bambino. Il secondo appuntamento, che ha concluso la settimana, è stato Il teatro in biblioteca, reading teatrale che ha visto alternare i testi di Meloni a quelli del suo padre artistico, Giorgio Gaber. La serata ha condotto il nutrito numero di presenti in un viaggio nell'animo umano, con i suoi modi di essere contrastanti, nella dimensione dell'attore, nella posizione dei singoli nei confronti della politica e della società; testi leggeri all'orecchio, ma capaci di scuotere e interrogare, così come deve fare il buon teatro.
Le capacità e la statura di Andrea Meloni erano tuttavia già conosciute dal pubblico di Bormio: lo scorso maggio aveva guidato la rappresentazione ispirata a Uno, nessuno e centomila di Pirandello, messa in scena da ospiti ed educatori del CDD di Valfurva presso il palazzo Pentagono. Nemmeno nel suo spettacolo come attore ha deluso le aspettative; le sue parole, oltre a smuovere le coscienze, hanno incoraggiato a portare avanti proposte culturali di spessore, anche legate al teatro, in un piccolo centro come Bormio. Come Meloni ha sottolineato, infatti, le grandi innovazioni partono sempre da piccole realtà, come può esserlo la Magnifica Terra. 

mercoledì 31 dicembre 2014

ISOLA MARE (2014) - produzione Teatro Laboratorio Alkestis e compagnia d'arte Circo Calumet

Naviga nel nostro blog per conoscere tutte le fasi del progetto di teatro e arte multimediale ISOLA MARE.  http://isolamareblog.tumblr.com

LE DIECI MASSIME omaggio a Charlie Chaplin (2014) - produzione Teatro Laboratorio Alkestis




di Anna Brotzu (recensione pubblicata su "Globalist" del 4 ottobre 2014)
Viaggio tra i labirinti della mente (e del cuore) con "Le dieci massime" - omaggio a Charlie Chaplin in scena al Teatro Alkestis di via Loru 31 a Cagliari fino al 4 ottobre: un uomo solo e amareggiato subisce la facile tentazione del potere, apprende l'arte della politica, tra populistici proclami e deliberate menzogne, fino al discorso dal balcone in cui in virtù del suo carisma potrà domare e guidare le folle. L'ironia è la chiave di volta dello spettacolo ideato e interpretato da Sabrina Mascia e Andrea Meloni, per la regia di Massimo Zordan, un racconto per quadri dai toni surreali e quasi da teatro dell'assurdo da cui emerge una puntuale analisi delle umanissime debolezze su cui fa leva la volontà di dominio e l'impero dei forti sui deboli. Ispirato a "Il grande dittatore", geniale parodia del Führer in cui la maschera di Charlot - nei panni di un barbiere ebreo - diventa l'alter ego del cancelliere tedesco, "Le dieci massime" tratteggia in un efficace crescendo tragicomico la costruzione di una personalità, attraverso la materna severità di una sorta di governante che istruisce il suo protetto, servendogli su un piatto d'argento insieme ai bignè il sottile veleno dell'ambizione. Il dichiarato tributo a Chaplin e al fortunato e (fin troppo) profetico film del 1940 - esemplare la citazione del gioco del mappamondo - si arricchisce di ulteriori spunti letterari, attinti direttamente al "Mein Kampf" di Adolf Hitler, come ai racconti di guerra de "Il grande quaderno" di Agota Kristòf, ai "Minima Moralia" di Adorno, e alle lettere private di Heinrich Himmler.
Dopo la dolorosa presa di coscienza delle proprie sconfitte, come l'inconfessato amore giovanile e le prime delusioni, l'educazione del futuro capopopolo prosegue - non senza piccoli incidenti di percorso, e qualche esitazione, davanti agli insulti e alle bugie "necessarie" - finché egli appare temprato all'arduo compito di condurre un popolo plaudente verso ipotetici trionfi. Tra l'iniziale desiderio di riscatto, quasi un sussulto d'orgoglio, e l'apoteosi finale, si delineano i tratti salienti di una progressiva inumanità e mancanza di pietà, il raggiungimento dell'assenza di scrupoli e di una visione amorale, in cui la vacuità di parole ridondanti mirate a sollecitare i più bassi impulsi e a soggiogare le masse fa pendant alla narcisistica megalomania del protagonista, in questa cronaca di una tragedia annunciata, e pungente e fin troppo realistica narrazione della fine della civiltà. Pur nell'asciuttezza del testo, che non indulge in didascalie ma segue la lezione dello straniamento, restituisce nella nuda essenzialità dei fatti la resistibile ascesa di un uomo comune agli scranni della politica - affiora la fotografia del presente dominato dai media e dalla dis-informazione, in cui stolti tribuni si ergono a difensori dei privilegi degli uni contro gli altri, cronache di una guerra tra poveri da cui traggono beneficio, immancabilmente ed esclusivamente, le élites al potere. La parabola di Adolf Hitler, il successo del nazionalsocialismo e degli altri fascismi nell'Europa del primo dopoguerra - descritti nel film di Chaplin - rappresentano un monito per il futuro: l'avvento di nuovi, piccoli e grandi dittatori, magari sotto mentite spoglie di "riformatori" o meglio "rottamatori", come soluzione di gravi problemi e crisi economiche globali, non è che il primo segnale della catastrofe. Inquietante e paradossale, il grottesco ritratto di un uomo alle prese con i dubbi e le incertezze del presente e del futuro de "Le dieci massime" è in fondo il racconto di un sogno a occhi (ben) aperti: con soave leggerezza i due attori sulla scena illustrano le fasi di una metamorfosi dell'anima, tra momenti buffi e invenzioni esilaranti, e deliziosi spunti di autentica clownerie, coinvolgendo il pubblico in questo esperimento di evoluzione sociale. L'uomo in bianco - il "candidato" al successo, secondo etimologia - si adatta progressivamente alla nuova forma, acquista un nuovo sguardo, una capacità di leggere oltre le apparenze, e il buio, di comprendere a fondo gli altri e inserirli nel suo progetto; procede per tentativi, ed errori, ma infine è pronto ad indossare la maschera da mellifluo seduttore, domatore di folle. In un duplice piano di lettura, la vicenda personale si confronta con la storia e la cronaca del presente: la scena rispecchia il reale, e lo decodifica, costringendo il protagonista - e il pubblico - a interrogarsi sull'etica, e sul senso - morale - dell'esistenza. Infine, in un crescendo comico, tra gags e sketches che mostrano le contraddizioni interiori di un individuo costretto a trasformarsi in altro da sé, per affermarsi, forzando così la propria natura, arriva il momento della verità - con la speranza irrinunciabile di una (im)prevedibile catarsi. Poi gli applausi.